sabato 13 dicembre 2008

Io e Internet


Lo dico spesso: io sono un diesel, anzi un vecchio diesel. Di quelli che bisogna far scaldare bene, far partire piano, ma di quelli che una volta avviati non li fermi più e che arrivano dove vuoi, anche nei posti più impervi.
Però ho qualche difficoltà con le tecnologie: arrivo a capirne una e due giorni dopo è già superata; potrei utilizzare mille funzioni, ma se arrivo a tre mi son già stufata (vedi cellulare: telefono, mando sms e uso l'agenda e la sveglia. Per tutto il resto...."hic sunt leones").
Insomma, con un diesel si fa fatica a star dietro a tutto, soprattutto a tutto quel che si agita nel web (a proposito: questa benedetta rete deve servire per muoversi ovunque o per restare intrappolati? mhhhhh! il significato è ambiguo...).
Ma sono un diesel ottimista e quindi penso che la rete sia non solo un posto per trovare informazioni, incontrarsi, scambiarsi esperienze e conoscenze, ma che possa essere anche un posto per creare progetti e opportunità di lavoro, soprattutto per lavorare in gruppo.
Ma mica sto parlando dei portali di annunci: quelli sono già roba vecchia, così come sono concettualmente vecchi i quotidiani on line, i dizionari e tutti i siti enciclopedici cui nulla può essere aggiunto: concepiti sempre in modo unidirezionale, utilissimi per avere informazioni in tempo reale, ma inutili per una reale costruzione di conoscenze e di interazioni.
D'altra parte vedo che ancora troppo spesso, anzi per la maggior parte, internet viene utilizzato o come serbatoio o come sciocchezzaio.
Che ne pensate?

2 commenti:

Filippo Albertin ha detto...

Il web, anche per chi lo conosce molto bene e lo utilizza ad altissima velocità, non è per nulla coerente. Con un nutrito gruppo di liberi pensatori -- bloggers veneti, in primis, riuniti in un progetto la cui ultima versione è stata chiamata NE@TB (Nord Est a Tutta Birra) -- stiamo discutendo della cosa in un social network chiamato semplicemente "Innovatori", dove appare chiaro quanto la rete sia in realtà luogo di ambiguità totale.

In sostanza, la rete, specie nella sua versione 2.0, è un luogo di strumenti molto sofisticati e affascinanti. Ma l'utilizzo effettivo di questi strumenti è indissolubilmente legato a ciò che jeremy Rifkin denotava come "il più alto valore di un network": la reciprocità.

In Italia siamo terzultimi in classifica nella diffusione, tanto infrastrutturale quanto culturale, del web: un contesto del genere non è certamente fertile a livello di reciprocità. La chiave per superare questo gap è certamente quella forma di solletico che stimola curiosità e autonomia di pensiero. Suggerire, provare, smanettare; appunto incuriosirsi. E soprattutto diffondere i risultati personali entro un gruppo. Da questo punto di vista, cara Mati, stai facendo passi da gigante. -- Phil

lupag ha detto...

Vediamolo dal lato positivo...di certo tu non puoi (o almeno credo...) viaggiare per il mondo avanti e indietro, e per la tua "perilmondo onlus" forse il web è necessario, anche solo per le informazioni a cui puoi accedere, e poi ,quale mezzo migliore per portare a conoscenza i vostri progetti e magari raccogliere nuove adesioni...
Inoltre, cara Mati, se la "rete" stringe troppo e ci sentiamo intrappolati, lo possiamo sempre spegnere il computer...a meno che tra un po' non inventino i computers che si accendono da soli!!!!
Un abbraccio Luigina.