venerdì 12 dicembre 2008

Perchè creare un'associazione?

Chi è andato a vedere il sito di Perilmondo onlus forse ha capito un po' quel che facciamo, o forse no, e magari si è chiesto come è nata l'idea.
Già, perchè fondare un'associazione di cooperazione, quando ce ne sono già davvero tantissime?
Molto spesso nella vita le cose che facciamo nascono da un sogno, da un desiderio, da un ideale o da una necessità che diventano impellenti per noi.
Molto spesso nascono quando i desideri di persone diverse si incontrano e si uniscono per strada.
E questo è quello che è successo a me e Giovanna: ci siamo conosciute lavorando assieme e parlando parlando è venuto fuori un suo grande sogno che ha incontrato una mia necessità di cambiamento.
Il suo sogno, al ritorno da una missione in Sri Lanka con un'altra organizzazione di studio e cooperazione, era quello di poter tornare in quel paese e fare qualcosa di concreto per le persone che aveva incontrato là e che vivevano in grande disagio a causa di un annoso conflitto armato che contrappone una minoranza al governo.
La mia necessità di cambiamento veniva dal fatto che avevo da poco messo fine con grande sofferenza ad una ventennale convivenza e, nonostante tre figli, mi mancava qualcosa che mi realizzasse su un piano strettamente personale, dovevo un po' ricostruire la mia identità andata in frantumi, sostenere la mia autostima, non lasciarmi intrappolare dalle necessità economiche che mi hanno imposto di accettare lavori poco significativi.

Così fidandoci in pieno l'una dell'altra abbiamo creato insieme questa onlus, che, complice un destino davvero fatale, si è ritrovata
presto a lavorare nello Sri Lanka colpito dallo tsunami del Natale 2004.
Ancora oggi siamo là con 3 progetti aperti e nel frattempo Perilmondo ha lavorato anche qui
a Padova e da poco ci stiamo impegnando anche per un altro paese sconvolto da decenni di guerra, la Palestina.
E' duro affrontare queste realtà, ma confrontarci con esse ci dà sempre molto di più di tutto quello che possiamo dare noi.
E' duro trovare le risorse umane ed econom
iche per continuare ad occuparsene, ma non vogliamo smettere e anche se per ora possiamo dedicare a tutto questo solo i nostri ritagli di tempo in modo volontario, cerchiamo di far diventare questa piccola associazione un vero e proprio "incubatore" di iniziative e di progetti.
Il "sogno" continua....e vuole crescere!

7 commenti:

Filippo Albertin ha detto...

Trovo molto bello che da subito tu riesca a esprimerti, in un mezzo in fondo "pubblico", con questa schiettezza di tono e di argomentazione. In effetti la nascita di Perilmondo non è così evidente, neppure per chi, come me, direttamente e indirettamente, ha condiviso alcuni momenti progettuali dell'associazione. Nei prossimi commenti sarò felice, dunque, di porre domande più specifiche alla nostra PRESIDENTE. Baci -- Phil

Unknown ha detto...

Un'associazione di questo tipo ti da l'opportunita di agire concretamente nella società, non si tratta solo del cosidetto obiettivo principale (mi pare si chiami così) ovvero del voler realizzare l'utopia che stà alla base della nascita di quel dato progetto, si tratta di realizzare tutta quella serie di obiettivi intermedi che permettono a te in prima persona di crescere e maturare e poterti rapportare con la società.

In un certo senso come dice Matilde(mi fa strano chiamarti così ma se no gli altri non capiscono)creare un'associazione o parteciparvi attivamente serve, e secondo me deve servire in primo luogo a chi lo fa.

I modi in cui questo avviene sono i più diversi.
Ci può servire ad allenare la nostra mente posta di fronte a problemi concreti e specifici da dover affrontare e risolvere, o in senso più ampio a "mettere le basi per un futuro diverso" (come nel tuo caso).
Ma quello che a me affascina di più dell'agire sociale è la possibilità che ci è fornita di creare una comunicazione immediata e diretta con il tuo prossimo su questioni importanti, comunicazione questa che, a mio modo di vedere, è tanto difficile nella nostra società, così abituata a farsi mediare e ad agire tramite delega.

Spero di aver interpretato nel giusto modo quanto chiedevi...ad ogni modo queste sono le questioni (più o meno attinenti all'argomento) su cui stò ragionando da un po' di mesi, prima grazie all'attività di "Voci nella Guerra" che abbiamo portato avanti con Perilmondo e ora "invischiata" in questa cosa dell'Onda Anomala grazie al Collettivo di Lingue, le due forme sicuramente diverse di associazionismo (la seconda non formale e per questo forse meno distinguibile) che hanno segnato il mio 2008!
Silvia

Filippo Albertin ha detto...

L'eccesso di esternalizzazione ha portato a varie problematiche. In certo senso, il commento di Silvia può essere considerato un corollario a questa idea di fondo: più i rapporti sono indiretti, più le cose vengono comprate piuttosto che fatte direttamente, e maggiormente si perde di vista il "contenuto culturale" di un certo prodotto, di una certa azione nel mondo. L'agire associativo ci ricorda che esistono logiche di interazione molto più creative e dirette, paradossalmente più semplici nella loro implementazione e infine anche più efficaci, perché lontane da una logica che inquina con la sua astrazione autoreferenziale. -- Phil

biba ha detto...

Come fai a fare tante cose così ? Mi piace quello che hai detto, sul bisogno di ricrearsi una vita dopo tanti anni di vita dedicata alla famiglia. Io una famiglia ce l'ho, un bimbo piccolo di 6 anni da seguire a scuola e un marito, ( sono alla mia seconda esperienza, sono recidiva) lavoro, ma nonostante tutto non voglio assolutamente ritrovarmi vecchia e non aver vissuto.Perciò la decisione di iscrivermi anni fa all'Università. Brava Matilde soprattutto per l'impegno che hai nei confronti delle persone meno fortunate, io lo faccio tutti i giorni sono assistente ai disabili, anziani, e tutti i giorni nella mia città vedo persone che non arrivano a fine mese e non ti dico la fatica per aiutarli, i servizi sociali "non hanno mai soldi" e allora ti fai aiutare dalle persone , persone come noi che non sono ricche, ma che hanno un gran cuore. Biba

stefy87 ha detto...

Cara Matilde, vorrei dirti che hai davvero molto coraggio ad aver intrapreso un'attività cosi ricca in senso emotivo: credo sia una grande ricchezza personale sentirsi dotati dell'apertura verso il mondo, il diverso, il difficile ,il disagiato; è una grande qualità che dovrebbe possedere ogni educatore o formatore,la predisposizione all'aiuto e all'interesse per i problemi altrui è fondamentale. Come lo fai tu, in modo così profondo e sentito,tanto da trasformerlo in "lavoro"è un esempio di grande forza di volontà.
Vorrei inoltre aggiungere che , alcune situazioni, ti colpiscono solo se le vedi: due anni fa sono stata in Kenia, e non avrei mai e poi mai pensato di restare così profondamente colpita da quello che ho visto:bambini e città poverissime certo...pensavo fosse come in televisione...ma in realtà quando ci si trova a passarci in mezzo, a toccare la mano di uno di quei bambini, a guardare i loro ochhi nerissimi o loro sorrisi sinceri quando dai loro anche una caramella...credo possano sciogliere il cuore di chiunque...

francesca vecchiato ha detto...

la cosa che più mi ha colpito del tuo blog è la voglia di far del bene per sentirsi bene,un gesto di grande riconoscenza nei confronti della vita e di grande generosità verso chi ha davvero bisogno,verso chi piange perché non ha il pane per mangiare e non perché ha non ha passato l’esame all’università!mi ha colpito la tua gratuità,è bello davvero!capisco e conosco la voglia di cambiare e ti dirò che la condivido,perché proprio in questi giorni la mia vita ha preso una piega diversa e ho avuto la possibilità di conoscere una ragazza straordinaria e a cui voglio già molto bene(si chiama Emanuela)che mi ha proposto un coinvolgimento per ora solamente teorico ma più avanti spero sia anche concreto in un’associazione simile alla tua.ho sempre stimato voi che lavorate per salvaguardare il patrimonio umano in modo del tutto umile e molto spesso quasi nell’anonimato..sarebbe bello sensibilizzare anche noi giovani a puntare più sulle nostre gambe,braccia,sorrisi,teste e cuori,su di noi,in modo del tutto gratuito!

mati.brama ha detto...

Sono sempre felice quando trovo nei giovani rispondenza e sensibilità su questioni che riguardano la condivisione e l'azione sociale.
"Times are a-changing" diceva molti anni fa il vecchio Bob (Dylan) e forse oggi siamo di fronte a un nuovo momento di cambiamento dei tempi, non solo per l'impegno politico che si sta muovendo con l'Onda Anomala ma perchè le crisi possono essere momenti di riflessione e di svolta nel pensare comune generazionale.
La crisi dei modelli nel '68, la crisi delle ideologie negli anni '80 e (finalmente) la crisi del capitalismo del 2008....
Forse questa volta rifletteremo tutti sulla superficialità dei modelli con i quali sono cresciute le ultime generazioni, sull'egoismo dello sfruttamento del "primo(?)mondo" sul II, sul III e sul IV, sulle conseguenze dell'agire in modo così miope sul futuro delle generazioni e del mondo...
I vecchi Indiani d'America sapevano molto bene che la terra non è nostra ma la riceviamo in custodia dai nostri genitori per darla in custodia ai nostri figli.
Questa saggezza dimenticata tornerà? capiremo infine che non dominiamo il mondo, che il mondo non è nostro?
Abbiamo i mezzi per guardare in faccia il mondo: proviamo a guardarlo negli occhi!